Val Culea "integrale" - 25/04/2013


Inviato da: in Relazioni - Scialpinismo su 26 Apr 2013

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25/04/2013. Sella - Forcella del Sas da Lech.
E' conosciuta come la "Val Culea integrale" che è un nome che ci stà tutto. Difatto è la naturale prosecuzione della valle e del suo canale, però non sò precisamente perchè quel nome non mi piace.
Comunque al di là del nome è una gita bellissima, e se si possiede un buon controllo degli attrezzi in discesa, è tutto sommato alla portata di tutti o quasi (BSA).
Il dislivello non è molto (circa 1.000mt forse un po' di più con lo sviluppo), ma il suo sviluppo (sostenibilissimo) è proprio bello. Questo giro permette di addentrarsi all'interno delle due valli più belle del sella: la val setus in salita e la val culea in discesa.
Si è sempre circondati da bastioni rocciosi e minacciosi, con pareti di canali sempre vicine a pressarti un po', ma in fondo difficoltà particolari non ce ne sono e permette con la risalita dell'ultimo canale anche di un pizzico di parte alpinistica (risalita di 150mt di canale senza corda ne altro, solo ramponi) che non guasta.
Si parte dall'11° tornante salendo da Colfosco, solitamente c'è un bel parcheggio sulla sinistra. Quest'anno vista l'abbondante nevicata c'era ancora la pista! Poco male al successivo tornante troviamo dove parcheggiare l'auto. Mario alle 23.45 tira fuori la tenda... lo guardo un po' scettico (pensavo di dormire in macchina), ma in 5 minuti d'orologio è già montata. Fà un freddo becco, ma a stà montagna non gliel'ha detto nessuno che era previsto zero termico a 3.000mt?
Una pisciatina, una risata, due battute e a mezzanotte e mezza ci distendiamo nei sacchi a pelo. C'è un'umidità all'allucinante e così si stà bene tutti vestiti dentro il sacco a pelo che viene chiuso anche sopra la testa. Un po' di rumori vari e penso che non dormirò poi molto... il secondo suono che sento è quello della sveglia alle 4.45!
Mannaggia a Mario che mi convince sempre a partire presto, esco fuori è buio esattamente come quando siamo andati a letto. Si torna velocemente a dormire e stavolta Mario mi dice: "ma io mi appoggio ma non riuscirò ad addormentarmi...". Apriamo gli occhi grazie alla sveglia puntata alle 5.30 altrimenti saremmo ancora là in curva a dormire. Un pò pigramente facciamo colazione e poi inziamo a prepararci. Ora si vede benissimo ed alle 6.00 partiamo.
La neve è durissima e mettiamo subito i rampant che non toglieremo mai.
La Val Setus è splendida, ti accoglie subito con un primo pendio a 40° che ti toglie il fiato e poi appena torna un filo più dolce ecco che arriva la vera valle quella stretta tra le rocce con i gradi che diventano 45 e blocchi di valanga da tutte le parti. E' meravigliosa e mentre la salgo mi dico che è un affronto per questo posto pensare di passarci e non scenderla.
Cmq saliamo bene ed abbastanza rapidi e superata la Setus arriviamo al primo terrazzamento, da qui si gira a sx ed un pochino la discesa sembra farsi vedere ma in realtà è solo una variante non sarà quella da cui si scende. Andando verso il Rifugio Piassadù decidiamo di stare alti per non perdere quota (al massimo 100/150mt) in compenso ci spariamo un traverso lunghissimo su pendenze da 35° in sù con neve massacrata fin dal primo sole (che la splitboard proprio la ama). Nemmeno con i cingoli sarei riuscito a far tenere la tavola che stà a valle, penso: "... come ti amo Mario..." ma lui con i suoi scietti è troppo lontano per sentire le insolenze. Va bhè dai fà tutta tecnica dicono, anche se per ora mi sono massacrato il metacarpo sinistro ed il quadricipite dx è in fiamme.
Arrivati a metà valon del Piassadù (però senza aver perso quei 100mt di dislivello!!) sulla dx si apre un primo canalino. Bhè più che un canalino sembrava un troi, all'inizio largo dieci metri e poi tutto pieno di sassi, passaggi da brivido & c. Io e Mario ci guardiamo e diciamo "bon è questo", poi per fortuna ci viene in mente di proseguire più avanti e dopo nemmeno 100mt in orizzontale sempre sulla dx si apre un autostrada verticale che porta alla forcella del Sas da Lech.



ci ostiniamo a tenere gli sci a piedi (nemmeno ce l'avesse ordinato il dottore), poi però dopo tre diagonali cediamo. Mario con scarponi rigida scaletta abbastanza bene, io con i Fitwell metto i ramponi semiautomatici e mi sento come un pascià. Pian piano saliamo e ci godiamo l'ambiente spettacolare con un sole che scalda l'animo.
Arrivati in forcella la prima impressione è che la discesa potrebbe essere un po' uno schifo. Vediamo due skialp che stanno salendo (sul versante che noi scenderemo) a zig zag tra blocchi di neve, valanghe e pezzi ghiacciati. "eh va bhè ma il giro è bello, ne valeva la pena...", decidiamo di aspettare che il sole entri nel canale per scaldare un po' il manto e regalarci un po' di firn. Attendiamo 45' facendo qualche foto e cazzeggiando, ma sia io che Mario sembriamo due bambini con un sacchetto di caramelle a dieci centimetri. Non aspettiamo oltre. I due skialp sono arrivati in forcella, due chiacchiere un saluto e via giù a manetta.
Parto un po' sul chi va là ed invece i primi 200mt sono fenomenali!! Polvere pura ed i blocchi di valanga sono soffici e con al punta della tavola esplodono... che figata.
A stò punto siamo galvanizzati edcontinuiamo la discesa senza troppe pause.



L'itinerario è poetico: si parte dalla forcella nel canale ripido (45°), poi si stringe un pochino per arrivare sul primo terrazzamento da cui già si intravede il secondo canale d'accesso alla valle sottostante (la val culea appunto). E' invitante e naturale, non può venirti in mente di andare da un'altra parte. Imboccato il secondo canale le pareti ti sono addosso e poi si apre la parte più bassa ed ecco che ti para davanti un terzo canale ancora più stretto. Sarei già dentro se la relazione vista il giorno prima non avesse detto: "non entrare nell'ultimo canale ma traversare dopo le rocce a dx per rientrare al passa gardena".
Io sono rientrato a destra e senza mai spingere dopo qualche dosso sono arrivato in pista e da lì alla macchina... ma la poesia diceva dritto e prima o poi dritto ci vado, impossibile che la natura abbia concesso un invito del genere se non avesse voluto essere percorso.
saluti
nicola