Piz Boè 3.152 m

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Era il 28 Giugno 2009, l' anno scorso ma lo sappiamo tutti che è stato un inverno ricco di nevicate, così mentre molti scialpinisti si dedicavano alla roccia, io mi divertivo a salire la Val de Mesdì per raggiungere la cima del Piz Boè. La stagione era veramente avanti, arrivo che è ancora buio pesto a Colfosco,

in qualche maniera trovo la partenza del sentierino che attraversa i prati e mi porta verso la Val de Mesdì. Risalgo il primo tratto di ripido sentiero, costeggia un rio che porta giù molta acqua, brutto segno, più acqua c' è meno neve trovo, comunque ci sono e vado avanti, con molta sorpresa, dopo circa mezz' ora trovo le prime lingue di neve a calzo gli sci. Mano a mano che salgo la valle, la neve aumenta fino a che mi dimentico che sono in Giugno data la mole di terreno innevato che mi trovo davanti. Risalito l' ultimo canale proprio in fondo alla valle, leggermente verso destra, mi trovo sul piccolo altipiano dove sorge il Rifugio Boè, doverosa una tappa. Qui c' è movimento sebbene il gestore abbia appena aperto, devo dire che la faccia un po' strana la fa, vedendomi con gli sci ma più di lui, i suoi ospiti proprio non riescono a guardarmi come un folle e poi non capiscono da dove sono sbucato, probabilmente tutta gente salita con la vicina funuvia. Comunque il gestore è simpatico, scoprirò poi che è anche maestro di Sci e Guida Alpina, dopo breve rimetto gli sci ai piedi, risalgo il breve pendio ancora innevato. Alla partenza del canale che sale verso la parte alta devo abbandonare gli sci e proseguire a piedi, nascondo gli sci fra le rocce, risalgo il canale ed in breve sono in vista di Capanna Fassa, proprio sulla Cima del Piz Boè, 3.152 m.
Da qui il panorama è notevole anche se un po' rovinato dalla presenza di un gigantesco ripetirore, arriva uno skyrunner che non si ferma neanche e ridiscende, dopo le foto di rito scendo anch' io. Ricalzati gli sci devo dire che la discesa è stata piacevole anche se la neve era molto a gobbe, quelle classiche della primavera. In pochissimo tempo sono alla fine del divertimento, incrocio uno che vuole risalire la valle con le scarpe da ginnastica, altri che hanno rinunciato, altri mi chiedono info. Scendo il rio e attraverso i prati per tornare alla valle, qui sono rimasto abbastanza colpito, ero partito con il buio e non mi ero reso conto del paesaggio che avevo intorno, l' intero fondovalle ricoperto di prati verdi, ma molto verdi, convivevano fantasticamente con fioriture immense e a volte sterminate. Sono rimasto veramente colpito, partito di notte, trovata la neve, arrampicato sulla roccia, toccati i 3.000 metri, poi di nuovo neve ed infine prati fioriti e caldo.
Ho incrociato diverse coppie di signorotti di una certa età,tornando alla macchina, ricordo ancora le facce che facevano, incrociandomi in mezzo a quei prati con gli sci sulle spalle, però poi mi sorridevano, forse non hanno pensato che fossi proprio matto.
Nicos