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gen 23

Forcella Colfreddo - Croda Rossa

Inviato da: il 23 gen, 2011 in Relazioni - Scialpinismo Print PDF
Tagged in: tavola e ciaspe

Guarda le foto di questa relazione nell'album forcella colfreddo





Era da un po' di tempo che continuavo a guardare la relazione di quest'uscita ed oggi finalmente si è presentata l'oppurtunità.
Un grazie speciale a due persone per la riuscita della giornata: a mia moglie che pazientemente accetta che non tutto si possa fare insieme, a Samuele (il mio amico neo guida alpina -ve lo consiglio per eventuali escursioni-) perchè ci si intende sempre.

Veniamo al tragitto:
Macchina, Cortina poi oltre verso Dobbiaco a 150mt dal passo Cimabanche si parcheggia sulla sx accanto ad una casa gialla (naturalmente non l'ho riconosciuta così sono arrivato al passo e sono tornato indietro).
Da lì (quota 1512m) attacca subito un sentiero semplice,  largo, tracciato ed infinito che si dirige prima a nord e poi a ovest fino a sotto la Creta d'Ancona.
A quota 1980m sulla dx c'è il primo grande spiazzo sgombro da alberi, lì andate verso nord entrando nel circo delle cime intorno alla Croda Rossa (che per ora non si vede).
Si sale per un pò, poi una piccola buca e davanti a voi c'è un grosso sassone, bisogna arrivare sulla destra di questo grossa formazione rocciosa a quota 2350m, poi la si aggira e si entra nella conca.
Girando lo sguardo a ovest si nota subito la forcella (l'unica sciabile), vista così uno dice pensavo peggio poi, come tutte, una volta che si inizia a salire non sembra mai finire.
Arrivati in forcella (2721m) si scende nella vallata opposta, nonostante quanto si trovi nelle relazioni, non ho poi trovato questa parte così impossibile (il primo canale). Il canale ha una buona pendenza ma è abbastanza largo e non lunghissimo.
Finito il canale la vallata si apre e dopo aver spaziato dove si vuole bisogna dirigersi al centro di essa verso un gruppo di alberi radi. Da qui cercando di perdere quota scegliere la miglior traccia possibile, occhio perchè qui qualche pericolo c'è. I tratti sono abbastanza scoscesi e a sinistra trovate un discreto dirupo.
Dopo 150mt si arriva in un divertente "toboga" nel letto del torrente ghiacciato ed innevato, da lì poi ho proseguito dritto fino al passo per poi rientrare alla macchina con una breve camminata (o se siete fortunati come lo sono stato io con un passaggio).

Veniamo alla considerazioni:
Itinerario magnifico per lo sviluppo molto lungo e vario, per la qualità della neve (e solo se siete sciatori) forse poteva valer la pena fare il giro al contrario anche se la salita dal versante est credo sia più difficile. Non fatevi ingannare dal dislivello in questa gita lo sviluppo la fa da padrona.
Consiglio questo percorso solo agli snowborders con molta esperienza e che trovino piacere a faticare parecchio. La parte finale della discesa se non si possiede un ottimo controllo della tavola diventa pericoloso ed un "inferno" che non passa mai. Se al contrario sapete dosare la velocità, curvare anche sullo stretto e vi sono avanzate un po' di gambe allora merita almeno una volta di essere fatto.
Oggi la neve del versante ovest (quello di salita) era nettamente migliore (polvere di 10cm su fondo duro) di quella a est (crostosa, con piccoli accumuli). Comunque abbiamo deciso di continuare ugualmente il giro completo invece di tornare sulla via dell'andata (la malattia dell'esploratore).
Oggi faceva parecchio freddo, per fortuna non c'era molto vento. Il mio gancio dell'attacco viste le condizioni ha deciso di spaccarsi a metà discesa così fiero del mio equipaggiamento ho tirato fuori la borsettina mcgiver (finalmente la uso) ed ho cercato di tamponare con spago e nastro americano (che con il freddo pungente non attaccava nulla). Vi lascio pensare quali siano stati i risultati.

Il paesaggio è mozzafiato e le mie foto striminzite non rendono onore a questo posto magico.

saluti Nicola

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